Speranza
  • Speranza
  • 2011-10-15T17:00:00+02:00
  • 2011-10-15T18:00:00+02:00

Speranza

Speranza

Alessandro Mari e Ugo Riccarelli

con Ermanno Paccagnini

Troppa umana speranza

Prima metà del diciannovesimo secolo. Sullo sfondo di un'Italia che non è ancora una nazione, quattro giovani si muovono alla ricerca di un mondo migliore: un orfano spronato dalla semplicità che è dei contadini e dei santi; una donna, sensi all'erta e intelligenza acuta, avviata a diventare una spia; un pittore di lascive signore aristocratiche che batte la strada nuova della fotografia; e il Generale Garibaldi visto con gli occhi innamorati della splendente, sensualissima Aninha.
Siamo di fronte a un'opera che si muove libera nella tradizione narrativa otto-novecentesca – europea e americana. Racconta, esplora documenti, inventa, gioca e tutto riconduce, con sicuro talento, a un solo correre fluviale di storie che si intrecciano e a un sentimento che tutte le calamita.
Alessandro Mari scrive un grande romanzo sulla giovinezza. La giovinezza del corpo, della mente, di una nazione. Una grande storia popolare.

La repubblica in un solo giorno

Lo scenario è la città di Roma. L'epoca, il 1849. I personaggi: Mazzini, Mameli, Garibaldi e Anita, il papa Pio IX e i Borboni, l'esercito francese comandato dal terribile Oudinot e un gruppo di giovani eroi romantici pronto a immolarsi per l'indipendenza e la libertà. E poi il popolo minuto di Roma, quello che le ha viste tutte e a tutto è avvezzo, sottomesso al governo papale, attanagliato dalla miseria e dalla fame, preda del disincanto eppure, questa volta, capace di ritrovare l'orgoglio, la volontà di ribellarsi contro la palese ingiustizia che un esercito straniero, a parole difensore della legalità, si appresta a compiere per motivi di prestigio politico e per far trionfare la più bieca ragion di Stato. A partire da un episodio glorioso e tragico, assolutamente poco noto, della storia nazionale, Riccarelli mette in scena un romanzo storico di straordinaria attualità.