Sebastiano NATA

Sebastiano NATA

Il suo primo romanzo, Il dipendente (Theoria 1995, Universale Economica Feltrinelli) racconta la discesa agli inferi di un trentenne in carriera all'interno di un'azienda che paga ma distrugge l'anima. Questo romanzo - ha scritto il critico Filippo La Porta ne La nuova narrativa italiana - offre "un ritratto grottesco dei destini tragicomici di top-manager, esempio forse unico di letteratura postindustriale". Mentre per Angelo Guglielmi l'esordio narrativo di Nata racconta "la morsa del lavoro che crea dipendenza, il meccanismo che estrania e azzera identità e sogni. Fra grottesco e tragedia, una delle storie più incisive degli anni novanta". La resistenza del nuotatore (Feltrinelli, 1999) narra invece del rapporto tra un figlio nevrotico che si difende da ogni emozione e un padre in lotta con il proprio declino fisico e psichico. I due uomini alla fine combattono fianco a fianco in uno scambio generoso fra decadenza e rinascita. Le esperienze di un manager di successo durante una vacanza presso un amico parroco, in una zona poverissima del Brasile, sono invece il tema di Mentre ero via (Feltrinelli, 2004). Dopo quel viaggio fra i dannati della terra, il protagonista resta sospeso tra la possibilità di un cambiamento autentico e il ritorno alla vita di sempre. Al centro dell'ultimo romanzo di Nata, Il valore dei giorni (Feltrinelli 2010), ci sono le vicende di due fratelli che incarnano opposti modi di esistere. Quando la morte spariglia le carte, le distanze tra loro si riducono e per chi sembrava ormai prigioniero in un universo di potere e denaro si aprono inaspettate vie verso la libertà. In tutti i suoi libri si intrecciano pulsioni individuali e dinamiche familiari. Lo sguardo dello scrittore analizza altresì i meccanismi che muovono l'economia e trasformano la società.